civico74

 

Da "Civico 74" di Pippo Della Corte

La storia raccontata in quel diario, una sorta di testamento alla memoria lasciatomi in eredità, mi aveva scosso nel profondo come mai nessun altro avvenimento sino ad allora era stato capace di fare. Quel diario, custodito in fondo ad un baule pieno di giornali e riviste degli anni trenta, racchiudeva un inestimabile patrimonio di vita vissuta di cui sino ad allora mi era stata completamente nascosta l'esistenza. Solo ora, avendo letto quelle pagine, capisco perché il diario era finito in fondo a quella cassa, un po' come un messaggio in una bottiglia gettata in fondo al mare. Quella bottiglia fu trovata da me; e da me fu letto il messaggio in essa contenuto. La mamma aveva sempre avuto la stima di tanti, anche di chi l'aveva conosciuta superficialmente. Il suo carattere disponibile e aperto, le sue maniere e la sua educazione conquistavano ogni interlocutore. Inoltre il fatto di non essersi risposata, pur essendo rimasta vedova tutto sommato in giovane età, era stata una scelta apprezzata da chi la conosceva. Essendo una donna ancora piacente ed economicamente ben messa, non avrebbe faticato a trovare un altro uomo con cui condividere il resto della propria esistenza. Lei però non volle mai tradire il ricordo del marito,decisione anche a me gradita.

Il diario lo trovai rovistando in quel baule di legno robusto che custodiva cronache degli anni trenta ed alcuni libri di autori all'epoca famosi: Gabriele D'Annunzio, Pitigrilli, Ardengo Soffici, Luigi Pirandello, Giovanni Papini, Giuseppe Prezzolini ed altri ancora. I giornali ed i libri erano ben avvolti in fogli di cellofan, ma la polvere e le tarme erano comunque riuscite lentamente a farsi strada.

 

 
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