Da "E volevo essere maestra "

di Santina Gervasi :

 

…era venuto il fotografo per realizzare un servizio fotografico alle mie cuginette più piccole di me, ma che avevano delle cose in più tra cui, per esempio, una bambola “vera”.
E così mia cugina Anna Gervasi, con la quale condividevo lo scettro del comando su altri bambini costretti ad ubbidirci, fece una foto-ricordo con in mano la sua bella bambola, in piedi su una poltroncina di vimini.
Mi sembrò qualcosa di favoloso e, avendo assistito a quella scena, volevo anch’io fare la stessa foto; ma il problema era che…io non avevo la bambola! Zia Maria prese quella di Anna da adoperare per la foto. Ma manco a pensarci! Anna non mi concedeva il permesso; alzò al cielo le sue stridenti urla e la cosa sfociò in una lite piuttosto animata nella quale ognuna tirava verso di sé“ il pomo della discordia”.
Quella volta uscii vittoriosa e, avuta tra le mani la tanto contesa bambola, svelta svelta salii sulla poltroncina e, con broncio ben visibile ed aria soddisfatta, mi posi dinnanzi la macchina fotografica tenendo delicatamente tra le braccia la bambola tanto desiderata e mai posseduta. Il clic del fotografo immortalò quel magico momento di sudata vittoria per un attimo di gioia infantile.
Avevo voluto essere come le altre, ma la bambola tornò subito in possesso della sua padroncina ed io, mano nella mano della mia cara mamma, tornai a casa con tanta tristezza nel cuore e nella mente tanti perché senza risposta…

 

 
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